L’avventura della mia squadra in campionato non è iniziata nel migliore dei modi. Quattro sconfitte in altrettante partite giocate. Sono tante le situazioni da analizzare molte di queste possono anche spiegare la situazione particolare senza per forza di cose sembrare alibi. C’è un campionato molto duro, fatto di Juniores di prime squadre che militano in categorie molto superiori alla nostra. Avversari forti che hanno iniziato la loro preparazione un mese prima di noi e che hanno nelle gambe un motore rodato e già al massimo dei giri. C’è la nostra condizione atletica non ottimale, oltre ad aver iniziato tardi la preparazione, la tragedia dell’alluvione ha spazzato via quel poco di lavoro fatto a causa di una pausa forzata di due settimane. Ci sono le tante assenze dei miei ragazzi, una percentuale vicina al 25% che riduce di un quarto gli allenamenti di gruppo già scarsi in partenza. Poi ci sono io, che non sono certo un di quelli allenatori che vincono subito, le mie richieste alla squadra non hanno di certo semplificato la situazione. La continua ricerca del gioco e del dominio del pallone può rivelarsi un arma a doppio taglio, fin tanto che i ragazzi non credono di poterlo fare può essere controproducente insistere, per questo motivo la mancanza di amichevoli pre-stagionali è stato il vero problema.
Le prime due partite hanno mostrato una squadra a due velocità, un buon primo tempo e una ripresa disastrosa che ha portato in dote 9 goal subiti nelle seconde frazioni di gioco, un crollo verticale. La successiva gara, la prima interna, contro il Fabriano Cerreto, invece ha mostrato la paura di perdere, una partita condizionata dal goal subito (rigore contro molto discutibile Ndr.) che ha scatenato vittimismo, lamentele e rabbia negativa. Da quell’episodio i ragazzi sono usciti dalla partita e la sconfitta è stata la logica conseguenza. La quarta e ultima partita mi ha regalato la prima parziale gioia, non è stato il risultato a darmela, ennesima sconfitta per 2-0, ma l’atteggiamento in campo e le prime trame di gioco che hanno fatto capire ai ragazzi quanto il calcio possa essere divertente quando la qualità delle giocate viene fuori. Ho visto per la prima volta alcune delle mie idee riproposte in campo, idee coraggiose, rischiose soprattutto che prevedono grande sicurezza e conoscenza, elementi che dobbiamo trovare il prima possibile. Ho fatto i complimenti ai ragazzi, nonostante il risultato, lo avevo detto negli spogliatoi prima della partita che del risultato non mi importava una… niente. Volevo coraggio e che non ci lamentassimo mai, qualsiasi cosa sarebbe successa. I ragazzi lo hanno fatto, protestando il giusto senza scenate sul goal subito in evidente fuorigioco, non colpevolizzando il compagno per il rigore sbagliato e mantenendo sempre un atteggiamento positivo e propositivo. Soprattutto il gioco ne ha guadagnato, peccato che gli ultimi 20mt restino ancora un tabù per i nostri attaccanti. Ci lavoreremo.
Il cielo è ancora scuro, la strada resta tortuosa, le sconfitte sono macigni in questo percorso, ma sono certo che ne verremo fuori, e quando lo faremo sarà ancora più bello. Crederci sempre, arrendersi mai.