Nel calcio, anche quello dilettantistico, l’importanza delle Palle Inattive è ben nota a tutti gli addetti ai lavori. Basta vedere una qualsiasi partita dall’Eccellenza in giù per averne la controprova. Molto spesso capita che il match venga deciso da Palla Inattiva. Purtroppo non ho un dato statistico per quanto riguarda il calcio dilettantistico, mentre a livello professionistico è noto che le palle inattive incidono per circa il 30% dei punti ottenuti. Se ci pensiamo bene, facendo una sorta di proporzione, dovremmo dedicare il 30% del nostro tempo in allenamento alla cura di queste situazioni. E’ chiaro che la mia è soltanto una provocazione, non credo che dedicare circa 1/3 dei nostri allenamenti alle Palle Inattive sia una buona idea, vorrebbe dire una seduta settimanale dedicata solo a questo aspetto, inverosimile. Ma che le stesse debbano avere un giusto spazio è incontrovertibile.
Quando si parla di Palla Inattiva spesso si pensa ad un calcio d’angolo o ad una punizione, a favore o contro. Ma è importante sapere che anche i rigori, le rimesse laterali e il calcio d’inizio fanno parte di questa categoria. Allenare tutti gli aspetti di una palla inattiva, che sono molteplici, è fondamentale. Abbiamo gli aspetti tattici, tecnici e psicologici che possono condizionare il buon esito di una giocata che sia a nostro favore o contro.
Questo articolo non ha la pretesa di essere un manuale sul tema, vuole soltanto condividere l’aspetto tattico dei calci d’angolo contro, rispetto alla mia ultima esperienza di campo.
Quando si trova a dover gestire un calcio d’angolo a livello difensivo, tatticamente l’allenatore può seguire tre strade: La marcatura a uomo, La marcatura a zona, La marcatura mista. Per quanto riguarda la marcatura a uomo possiamo ormai dire che si tratta di un sistema superato, in quanto con questo tipo di marcatura gli avversari, utilizzando schemi predefiniti, possono spostare a piacimento i nostri difensori e creare spazi nelle zone pericolose. Probabilmente, quello della marcatura a uomo, potrebbe essere un sistema efficace se si affrontano squadre che non preparano schemi da calcio d’angolo, cosa difficile da vedere anche nel contesto dilettantistico.
La marcatura a zona, quella che io ho utilizzato e che andrò a mostrare con le immagini, prevede la creazione del cosiddetto “castello difensivo” (Fig 1), con circa i 9/11 della quadra posizionati in zone predefinite con compiti difensivi stabiliti. Il loro obiettivo è l’attacco della palla, devono focalizzare buona parte della propria attenzione al pallone. Come in tutti i sistemi ci sono pro e contro, tra le cose negative c’è il fatto che gli avversari possono creare delle superiorità numeriche in determinate zone, inoltre potranno gestire l’inizio dell’azione in modo più libero.
Fig 1
Infine c’è il sistema più utilizzato in assoluto, il sistema misto, che prevede solitamente 4 o 5/11 della squadra in zone predefinite con il compito di attaccare la palle e i 4 o 5/11 restanti impegnati nella marcatura ad uomo. Conto sempre 9 giocatori + il portiere, perché nel dilettantismo è ancora in uso lasciare un uomo alto per bloccare la linea difensiva avversaria sulla metà campo.
Vediamo adesso nella realtà come i miei giocatori interpretavano questo momento del gioco. Devo ammettere che non sono rimasto completamente soddisfatto del loro atteggiamento durante queste azioni, spesso poco mobili sulle gambe e poco attenti al posizionamento. Nelle varie sedute video fatte con i ragazzi non mancava mai il rimprovero sul tema. Anche le immagini che andrò a mostrare rilevano tante lacune rispetto a quanto preparato.
Fig 2
Nella situazione di Fig 2 si intravede il castello difensivo anche se distanze e posizionamenti, soprattutto dei primi due giocatori da destra verso sinistra, sono sbagliati, come sbagliato è l’atteggiamento del corpo di molti giocatori, troppo rilassato e “piantato”. L’aspetto mentale, in queste situazioni, secondo il mio punto di vista, fa la differenza. Bisogna essere cattivi e reattivi, occorre ricercare la giusta energia che ci fa vivere a pieno l’importanza del momento. In questo il corpo parla, sono certo che soltanto guardando la foto sapreste dirmi chi è stato il mio miglior giocatore nella gestione di questi momenti di gioco. Avampiedi, ginocchia piegate, braccia larghe, sguardo sul pallone in una sola parola, pronto!
Fig 3
Per finire voglio mostrare una situazione da calcio d’angolo che ci è costata il goal. In Fig 3, cerchiato in rosso, il buco creato dal cattivo posizionamento dei miei calciatori. Spazio sfruttato al meglio dai nostri avversari, vedi Fig 4.
Fig 4
Tralasciando le colpe del portiere, la mia intenzione è quella di evidenziare quanto, nel caso di difesa a zona, sia fondamentale rispettare il posizionamento. Tutte le zone, fronte porta, devono essere presidiate.
Non è mia pretesa dire che un sistema sia migliore dell’altro, sono molte le variabili ed in tutti i casi non esiste un modo infallibile. Continueremo a subire goal da palla inattiva, è inevitabile. Il dato da analizzare, deve essere il numero di goal subiti, se superano il 30% dei goal totali, probabilmente occorre rivedere il nostro modo di difendere.