TatticaIl calcio liquido

27 Aprile 2023by MrCosentino0

Il concetto di “liquido” o “fluido“, è entrato con forza nella nostra società, a tutti i livelli. Ma cosa si intende nello specifico quando si definisce un contesto o un movimento liquido? Lo stato liquido della materia, prevede un volume definito ma non ha una forma propria, la forma la stabilisce il contenitore.

La politica ha dimostrato, nelle ultime decadi, di muovere masse “liquide” di elettori da sinistra a destra e viceversa, spesso guidati dalla propaganda che è il contenitore oscillante di questo aspetto della nostra società. I partiti stessi, in passato rocce fondate su ideali, oggi sono mossi dalla fame di consenso, sono diventati a loro volta contenitori instabili poggiati sul macro-contenitore suddetto. Il mondo del lavoro si può definire sempre più liquido. Il lavoro di una vita, cardine della società dei nostri padri, sta per essere sostituito con cicli lavorativi sempre più brevi e sempre in ambiti più vari. Altri esempi sono la famiglia “liquida” o allargata, l’istruzione ecc…

Poteva il mondo del calcio non subire questa evoluzione sociale? Certo che no! Anzi possiamo dire che nel nostro contesto questo aspetto si sia amplificato. Tralasciando il discorso legato alle “bandiere“, quei calciatori simbolo di una società che nel calcio contemporaneo non esistono più, mi piacerebbe, in questo articolo, concentrarmi sull’aspetto tattico del nostro sport.

Diciamolo subito, non è certo una novità! Nel professionismo si accosta la tattica a qualcosa di fluido da ormai diversi anni, se andiamo a cercarne le origini probabilmente ci ritroveremo nel secolo passato. La vera novità è data dal fatto che stiamo iniziando a vedere questi aspetti nel dilettantismo.

Perché solo adesso?

Negli ultimi anni, la formazione di allenatori dilettanti, di cui mi onora fare parte, sta seguendo un percorso che ci vede coinvolti in un cambiamento epocale. Abbiamo mezzi che ci permettono di studiare e di aggiornarci che prima erano impensabili. Grazie a questo studio, abbiamo superato il dogma che “il calcio è semplice, basta un portiere che para, un centrocampista che inventa e un attaccante che segna”. Abbiamo capito che il calcio è tutt’altro che semplice, che serve grande impegno e tanto tempo da dedicare allo studio. Abbiamo anche “finalmente” capito che il calcio non può essere decifrato, non esisterà mai un manuale preciso e scientifico che ne spieghi il “funzionamento“, in quanto le variabili in gioco sono pressoché infinite. Il gioco del calcio può solamente essere interpretato.

Questa formazione ha fatto si che le nuove metodologie di allenamento siano entrate in tutte le scuole calcio, anche in quelle presenti nei paesini più piccoli e sperduti. La metodologia globale ha sostituito le vecchie dinamiche induttive, l’analitico non è più il protagonista, ma trova oggi un giusto spazio, le partite, a numeri variabili o con temi, sono sempre presenti in tutte le sedute di allenamento.

Sotto l’aspetto condizionale sono stati fatti dei passi da gigante partendo dalle competenze degli addetti ai lavori. I bambini sperimentano gli schemi motori di base attraverso percorsi divertenti colmando le carenze tipiche di una generazione orfana della “strada“. Gli adulti raggiungono gli asset atletici per mezzo del lavoro integrato che vede il gioco, le sue situazioni e il contesto di gara come protagonisti e ispirano gli esercizi. I principi di gioco hanno ormai superato gli schemi e il calciatore pensante è sulla bocca di tutti.

Ma cosa si intende per “Calcio Liquido”? Alla base c’è il superamento del concetto di sistema di gioco e dei ruoli dei calciatori. 4-3-3, 3-5-2, 4-3-1-2 ecc… sono numeri utili a capire un sistema di partenza, ma dopo il fischio d’inizio i ruoli si trasformano in compiti e le relazioni dei calciatori diventano protagoniste. Questo non vuol dire che non esistono più il portiere, i difensori, i centrocampisti e gli attaccanti ( almeno non ancora 🙂 ), ma che a seconda della fase di gioco, possesso o non possesso, i nostri giocatori creano, per mezzo di movimenti tipo rotazioni o interscambi, spazi utili allo sviluppo di gioco. Oggi vediamo con grande frequenza un Braccetto della difesa a tre inserirsi in zona di rifinitura, il terzino che gioca sotto-punta, la punta centrale che si abbassa per costruire il gioco e la mezz’ala sulla linea dei difensori avversari. Ma quelli fatti, sono solo pochi esempi, se si analizza il flusso di gioco delle squadre evolute diventa difficile stabilire ruoli e sistemi di gioco. E’ questo il calcio liquido, che credo sia un po’ diverso dal calcio totale, anche se ne è figlio. E’ lo Spazio l’attore principale, i giocatori devono leggerlo e riconoscerlo, devono guardarlo e capirlo nello stesso modo in cui guardano pallone ed avversario. In questo modo diventano pensanti…

Se nel professionismo l’era del calcio liquido è ormai avviata, nel dilettantismo siamo ancora a rare forme embrionali che spesso creano più delusioni che soddisfazioni a livello di risultati sportivi. Si può decidere di perseguire questa strada o rimanere ancorati alla vecchia solida struttura rodata e sicura “palla lunga e pedalare“. Di certo c’è che l’avvento di questo stile di gioco è praticamente ineluttabile.

MrCosentino

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